La rabbia da dove proviene?

Questa frase di Rosemberg viene citata da lui trattando il rapporto tra Rabbia e Comunicazione non violenta.
A molti sembrerà  strano, forse perché  impulsivi nel reagire a fattori esterno o interni a sé.

Molti altri si riconosceranno nel riscontrare una maggiore reattività  in periodi di vita personale,  non facili da gestire, come se la soglia dell’autocontrollo  fosse più  bassa.
In tutto questo gli altri c’entrano poco.
La nostra rabbia è una risposta che dipende da noi, poggia su di un sistema di pensiero che spinge a trovare le cause del nostro malessere fuori da noi, a giudicare l’altro e il gioco è  fatto, scaricare la nostra rabbia, nel linguaggio o nel comportamento, fino alla violenza fisica sembra una risposta obbligata.
Ma questo significa che giudicare è  sbagliato? Ovviamente non in senso assoluto. Quello che conta è  esserne consapevoli, e canalizzare in modo diverso le nostre pulsioni.
Osservare i nostri valori, i nostri bisogni ed i nostri “doveri”, ci permette di capire quando i primi vengono dirottati a favore dei nostri “devo” .

Essere connessi ai propri bisogni non ci porta alla rabbia, semmai potrebbe farci sentire tristi se non li perseguiamo.

In tali casi possiamo considerare la tristezza nostra complice in quanto capace di darci la spinta a cambiare direzione.

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