L’onda mediatica del Coronavirus ci ha travolti nel giro di pochissimi giorni.
Mi sono venute alcune considerazioni.
La prima. Le persone emotivamente più fragili e sole, possono essere prese dal panico. Una buona prassi che suggerisco è quella di evitare i social media per proteggersi da tutte quelle fonti non accreditate, che nel tentativo di controllare la paura sociale, invece la alimentano. È importante non prestarsi a questo processo divulgando a nostra volta informazioni provenienti da fonti dubbie.
La seconda.I medici e paramedici in prima linea, devono fronteggiare da un lato lo stress che proviene dal dover gestire l’emergenza, per cui sono preparati e formati sul piano pratico ma troppi poco su quello emotivo, e dall’altro lato la frustrazione data dallo scarso controllo sull’emergenza vissuta nel contesto familiare e privato, che rivela come anche questi professionisti siano umani e quindi fragili, ognuno a modo suo.
Oltre ad esprimere tutta la mia vicinanza, vorrei trasmettere il messaggio che se si può imparare a surfare su quest’onda. Come? Riflettiamo. – per quanto preoccupante anche questo periodo passerà:
rispettare il vademecum del Ministero della salute è fondamentale, ognuno deve fare la propria parte, anche rimanendo a casa se ha sintomi influenzali per ridurre i contagi di tutti i virus, non solo il Corona. – se c’è paura il rovescio della medaglia è il nostro attaccamento alla vita: coltiviamo tutto quello che la rende importante per noi (relazioni, sentimenti, cura personale ecc. ) sfruttando questo periodo per recuperare consapevolezze sopite. – se la paura compromette la qualità della nostra vita, tivolgiamoci ad un professionista della salute mentale, saprà aiutarci a gestire questo vissuto.
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