La #gratitudine è quel sentimento che proviamo ogni volta che, riconosciamo che qualcosa di “buono” entra nella nostra esistenza, grazie a noi stessi o agli altri. Coltivare la gratitudine pare che sia un esercizio fondamentale in molte religioni e in molte filosofie orientali.
Anche in psicologia si propone di coltivarla, semplicemente focalizzando cose molto semplici, quando una persona è in difficoltà e vede tutto nero.
Ma come mai è così importante questa pratica? Ce lo spiega il professor Emmos con una ricerca condotta presso la California University, qualche anno fa.
Ci sono benefici sul piano strettamente #psicologico in quanto riduce l’#ansia, contrasta la #depressione e aumenta la resistenza allo #stress. Ci orienta verso emozioni piacevoli, aiutandoci a ritrovare l‘amore per la vita e ad allontanarci dai pensieri e sentimenti #spiacevoli. Favorisce un aumento dell’#autostima ed un atteggiamento di amorevole #entilezza verso di sé.
Sul piano #fisico produce un aumento della soglia del #dolore e una riduzione della #pressione arteriosa e favorisce una riduzione della #tensione corporea.
Sul piano #sociale, migliora il nostro #atteggiamento verso gli altri, come conseguenza del privilegiarne i lati positivi rispetto ai limiti, favorisce il recupero di #legami spezzati e migliora la soddisfazione nelle #relazioni interpersonali.
Naturalmente affiché ciò avvenga è necessaria una #pratica prolungata, e oserei dire, che forse la cosa più utile è renderla parte integrante della nostra #esistenza,
Questo non significa sostenere il pensiero #positivo ad oltranza ed assumere l’atteggiamento “#amiamoci tutti” ma ci insegna a notare le cose positive che ci sono e che spesso mettiamo in ombra con i nostri pensieri automatici e #giudicanti.
Quindi, ci auguro buona pratica.